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“Il suono stupefacente di Gibboni arriva in sala, preciso, duttile, seducente, ma – come in una fantasmagoria, anche se la ripresa sfiora la forma tradizionale – il lirismo di questa parte si sposta anch’esso nel trambusto di New Orleans (con l’orchestra che batte i piedi), costringendo solista, direttore e orchestra a salti improvvisi e musicalmente estenuanti tra tecniche estese, generi e cambi di registro, che vengono padroneggiati con abilità da tutti”
Giornaledellamusica.it

“Oltre alla bellezza, alla purezza del suono e alla precisione dell’intonazione, ciò che stupisce è la naturalezza, quasi la spavalderia, con cui il giovane salernitano affronta i passaggi più impervi del Concerto di Tchaikovsky (e sono tanti!): tecnica d’arco superlativa, perfetta padronanza del picchettato, dello staccato, del balzato, del saltellato e del martellato, tutti colpi d’arco eseguiti con incisività e precisione da manuale. Si rimane ipnotizzati guardando il picchettato e il saltellato di questo fenomenale violinista, osservando l’arco danzare sulle corde, per poi sciogliersi in un intenso legato.”
Apemusicale.it

“L’esecuzione di Gibboni (sette Capricci, compreso un bis) allo stesso tempo ci ha positivamente stupito per la straordinaria pulizia dell’esecuzione e quasi intimorito per l’analisi quasi troppo perfetta dell’opera.”
Il Corriere Musicale

“Due bis sono stati concessi dal superlativo violinista, la ripetizione dell’Adagio dalla Sonata n. 1 di Bach e poi il sorprendente Capriccio n. 5 di Paganini. Applausi scroscianti in una Sala Verdi che meritava di essere piena”.
Corrierebit.com

“[…] Gibboni ha evocato un Paganini energico, spesso drammatico, a volte violento, al punto da confermare che i precedenti ideali di tali sublimi Capricci potrebbero essere proprio i Caprichos di Francisco Goya”.
Rivista Musica

“Gibboni è dotato di risorse tecniche illimitate e di indiscutibile istinto interpretativo. Qualità che sono emerse nei tre bis applauditissimi dal pubblico, due incredibili capricci di Paganini e un purissimo Bach.”
La Nazione

“Il giovane Giuseppe Gibboni (non ancora ventiduenne) usa un bellissimo strumento, ha un bagaglio tecnico invidiabile e una grande naturalezza nel suonare, il suo suono è sempre molto accurato e l’intonazione molto precisa. (…) La bellissima tecnica (…) ha letteralmente stregato il pubblico del Verdi.”
Opera Click

“Talento straordinario, Gibboni riesce a stupire con ogni sua esibizione. Tecnica solida, intonazione impeccabile anche su uno strumento a lui poco familiare come il Cannone, che ha imbracciato per la prima volta in questi giorni, il giovane artista non ha ‘solo’ le qualità di un grande virtuoso: ha anche un’intelligenza interpretativa di prim’ordine, una cantabilità piena ed è capace di molteplici sfumature dinamiche.”
La Repubblica

“È apparso sul palcoscenico di Santa Cecilia come un giovane semisconosciuto da cui trapelavano purezza e modestia, gli stessi elementi che è riuscito a trasferire nel Concerto per violino e orchestra di Tchaikovsky, che il musicista ha interpretato con grande passione. Pur dimostrando un’immensa abilità tecnica, questa è stata comunque secondaria rispetto al suo talento nel far fluire forti emozioni nello spazio.”
Corriere dello Spettacolo